Curiosità
Un vecchio libro su Ancona, in una libreria di Parigi

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Tra le varie curiosità mi andava di inserire anche questa, capitata a me.
La vicenda di un libro, molto interessante e dal titolo:
"Sommario della storia di Ancona raccontata al popolo anconitano", scritto da Carisio Ciavarini e pubblicato a sue spese nel 1867 (quando aveva 30 anni), ad Ancona.
Un libro che riporta la firma del proprietario del tempo, tal "Achille Collamarini" che lo pagò "Lire 3,50" e che vi ha lasciato anche una dedica che sembrerebbe esser fatta al proprio figlio. La grafia non mi ha permesso di riuscire a "decifrare" correttamente quanto vi è scritto anche se il senso sembrerebbe essere qualcosa del tipo: "Pago questo libro affinché mio figlio si ricordi sempre di me".
Un testo che ho trovato ed acquistato in un piccolo negozietto di libri antichi, gestito da una coppia... a Parigi. Eh sì, proprio in Francia.
Un libro che avevo letto in biblioteca dopodiché avevo iniziato a cercarlo senza risultato prima su internet, poi per negozi, mercatini, aste.. ma nulla. Mi ero anche arreso a dirla tutta.
Chissà come ci è finito là? Probabilmente il signor Collamarini o i suoi "eredi" si trasferirono nella capitale francese e portarono con loro anche la propria biblioteca. Oppure, il signor Collamarini era solo di passaggio ad Ancona e, come spesso accadeva in quei tempi, il libro era stato acquistato per conoscere meglio la storia, i monumenti ed altro della città che si stava visitando, ma poi? A Parigi, a dir la verità, c'era uno scultore: René Collamarini (1904-1983). Forse un nipote, chissà? Ma anche a Roma ci sono due persone, parenti tra loro, che si chiamano
La vicenda di un libro, molto interessante e dal titolo:
"Sommario della storia di Ancona raccontata al popolo anconitano", scritto da Carisio Ciavarini e pubblicato a sue spese nel 1867 (quando aveva 30 anni), ad Ancona.
Un libro che riporta la firma del proprietario del tempo, tal "Achille Collamarini" che lo pagò "Lire 3,50" e che vi ha lasciato anche una dedica che sembrerebbe esser fatta al proprio figlio. La grafia non mi ha permesso di riuscire a "decifrare" correttamente quanto vi è scritto anche se il senso sembrerebbe essere qualcosa del tipo: "Pago questo libro affinché mio figlio si ricordi sempre di me".
Un testo che ho trovato ed acquistato in un piccolo negozietto di libri antichi, gestito da una coppia... a Parigi. Eh sì, proprio in Francia.
Un libro che avevo letto in biblioteca dopodiché avevo iniziato a cercarlo senza risultato prima su internet, poi per negozi, mercatini, aste.. ma nulla. Mi ero anche arreso a dirla tutta.
Chissà come ci è finito là? Probabilmente il signor Collamarini o i suoi "eredi" si trasferirono nella capitale francese e portarono con loro anche la propria biblioteca. Oppure, il signor Collamarini era solo di passaggio ad Ancona e, come spesso accadeva in quei tempi, il libro era stato acquistato per conoscere meglio la storia, i monumenti ed altro della città che si stava visitando, ma poi? A Parigi, a dir la verità, c'era uno scultore: René Collamarini (1904-1983). Forse un nipote, chissà? Ma anche a Roma ci sono due persone, parenti tra loro, che si chiamano
entrambe Achille Collamarini, forse a ricordare il Collamarini che a metà Ottocento era proprietario del libro poi andato venduto... Rimane il fatto che è affascinante pensare a quale storia abbia potuto avere un libro e a come, questo in particolare, sia quasi voluto tornare ad Ancona dopo esser stato per chissà quanti anni a Parigi, ad aspettare su un ripiano di uno scaffale. Tanti anni che nemmeno il proprietario della libreria si ricordava da quanto tempo lo aveva, anche se il prezzo però gli è tornato subito alla mente... ma lo valeva tutto.
Una volta riportato in Italia e sfogliato con quella carica che dà un'attesa, mi sono gustato le varie note a margine lasciate a matita, qualche foglio messo a mo' di segnalibro e qualche ritaglio incollato qua e là tra cui quello di un articoletto che commenta a sua volta un articolo comparso su "Il Foglietto della Domenica", un periodico cattolico proprio di quel periodo e dove è scritto:
Una volta riportato in Italia e sfogliato con quella carica che dà un'attesa, mi sono gustato le varie note a margine lasciate a matita, qualche foglio messo a mo' di segnalibro e qualche ritaglio incollato qua e là tra cui quello di un articoletto che commenta a sua volta un articolo comparso su "Il Foglietto della Domenica", un periodico cattolico proprio di quel periodo e dove è scritto:
Il "II Foglietto della Domenica" di Padova, chiama <<birbonerie>> il fatto che il Municipio di Ancona non ha permesso al prete di spruzzar con acqua più o meno pulita, le sale comunali, Sta a vedere perchè somo birbonerie! Non è padrone, in casa propria, di fare ognuno ciò che vuole? Se, puta caso, i socialisti di Padova, chiedesero ai frati di andar a cantar l'inno dei lavoratori in Sant'Antonio, i frati si rifiuterebbero, e avrebbero perfettamente ragione. Nessun socialista chiamerebbe <<birboneria>> tale rifiuto. Un episodio "curioso" del quale credo si sia persa memoria e che forse è tornato alla luce grazie al proprietario del libro che, nella prima pagina |
del volume, incollò meticolosamente il ritaglio preso da chissà quale giornale, al quale forse si potrebbe risalire però in base al ghirigoro ad "U" che fa da separatore. Righe che, potrebbe anche darsi, furono scritte dallo stesso Ciavarini, laico ed anticlericale, e di fede politica liberalsocialista? Chissà....