Ancona: un tuffo nella città tra passato e presente
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Sabitasera

Immagine
L'Arco Capoleoni era la porta di accesso allo scalo dorico, il cui ingresso dava direttamente in piazza San Primiano (vedi anche la fotografia n°9 - Sezione 'ieri e oggi - il porto').
Il nome di Porta Capoleoni (dove si trova oggi il Nautico) deriva dalla famiglia Capoleoni che vi abitava. Successivamente, venne chiamato ed era conosciuto come 'Arco de Gerì' che lì sotto aveva il forno e che preparava le lastre di stoccafisso per i facchini del porto.
Di fronte a lui, si trovava la 'Bugarina' che vendeva frutta e verdura e la cantina della 'Mimeta' nella quale si entrava dalla prima porta a sinistra che si vede nella foto in bianco e nero.

Cerchiata in rosso si vede invece la ruota di una bicicletta che fa da insegna ad un deposito bici a pagamento mentre un altro, chiamato 'Fidalma', si trovava in piazza San Primiano. Era qui che gli operai del cantiere e i portuali lasciavano la propria bici la mattina per riprenderla la sera. Tra questi ve ne era uno in particolare, ricordato anche da Giorgio Occhiodoro nei suoi libri, che era soprannominato 'Sabitasera'.
Un nome che altro non voleva significare se non 'Sabato sera', che era anche il giorno in cui ritornava, proprio in sella alla bici, nella sua casa a Castelferretti dopo aver lavorato tutta la settimana ad Ancona.
Al sabato, dunque, quest'operaio era il personaggio acclamato dai ragazzini anconetani che lo aspettavano con ansia per vederlo in quell'impresa che probabilmente ai loro occhi (ma anche a molti dei nostri, oggi), appariva come decisamente eroica.
L'operaio partiva dunque dall'Arco Capoleoni per raggiungere Castelferretti e ritornare in città con il lunedì mattina seguente, quando però i ragazzini probabilmente dormivano e non potevano vederlo.
Il sabato era quindi un giorno speciale per loro, che si radunavano per incitare quell'uomo di cui non conoscevano il nome ma che per tutti era quello che al sabato sera inforcava la bici e se ne andava lontano per chilometri e chilometri.
I ragazzini, tutti insieme, gli correvano dietro gridando di continuo "Sabitasera!  Sabitasera!  Sabitasera!  Sabitasera!" fino a quando, una volta arrivati all'altezza dello Scalo Vittorio Emanuele, l'ingresso principale del porto, Sabitasera scompariva sotto agli occhi di quei fioli che lo salutavano guardandolo mentre si allontanava sempre di più in sella al suo 'Triciclo Saxonia'.

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