Curiosità
Lo 'ius primae noctis' che finì con un omicidio

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E’ una storiella curiosa, che risale a circa mille anni fa (si svolge nel 1060 per l'esattezza) e, ovviamente, accaduta ad Ancona.
In questa 'copione' abbiamo:
- un delitto
- un tiranno
- una giovane sposa (nobile del casato anconetano Scottivoli)
- il fratello della sposa
A far accendere la miccia è lo “ius primae noctis” ovvero il “diritto della prima notte”.
Tutto ha inizio quando un tiranno di Ancona (il cui nome si è perso con il passar dei secoli) salì al potere nel 1060 e ne approfittò per ripristinare lo ‘ius primae noctis’ che altro non era se non il diritto, da parte del tiranno, di trascorrere la prima notte in intimità con colei che si era appena sposata in città.
La cosa, ovviamente, non è che piacesse ai mariti né ai famigliari di quelle fanciulle che man mano convolavano a nozze. L’unico che ci 'guadagnava' era, insomma, il despota.
Un giorno però, qualcuno architettò un piano che oggi ci farebbe sorridere ma che mille anni fa funzionò, eccome!
Il fratello della neo sposa si vestì infatti da donna in maniera da passare per la sorella e, una volta passati i controlli e arrivato di fronte al dittatore, invece che spogliarsi, lo uccise.
Sembra che questo giovane, appartenente al casato Scottivoli (Francesco Lancellotti nel "Dizionario storico degli uomini illustri anconetani" cita un Scotioli, la Treccani riporta i cognomi Scotivoli e Scotivoglio. Tutti sembrano comunque venire dal medesimo ceppo che, magari, col passar del tempo è stato storpiato) sia riuscito, da come si legge, a passarla liscia... forse perché nessuno sopportava il prepotente.
Ovviamente, nei tempi successivi, non si hanno più notizie di ulteriori 'ius primae noctis'.
A questo punto, lascio che a raccontare ciò che accadde siano l’abate “Antonio Leoni Anconitano” nelle righe ritrovate nel suo libro “Ancona Illustrata” del 1832 e, quindi, il più approfondito Carisio Ciavarini nel suo “Sommario della storia di Ancona” pubblicato nella seconda metà dell’Ottocento.
Antonio Leoni
“Insorse fra noi un cittadino nell’anno 1060, che si fece tiranno d'Ancona, fortificandosi con truppe nel palazzo della Prima Magistratura, pretendendo perfino l'infame diritto di primizie e rifiutandosi di pagare il solito censo alla S. Sede. Lo scellerato tiranno, nel suo stesso voluto diritto alle primizie anco nei matrimonii trovò appunto il suo sepolcro. Un ardito signorino di casa Scottivoli in veste di donna, andò sul far della sera dal tiranno in luogo della sposa sorella e lo uccise: e così si fu libera Ancona da questo mostro…"
Carisio Ciavarini
“Accadde che una donzella degli Scottivoli (nobilissimo casato di Ancona) si apparecchiasse a nozze. Intesa la cosa, il tiranno rammentò la legge emanata e, ributtando ogni preghiera, volle che fosse osservata. I genitori della donzella fecero sembiante di acconsentire e composero con lui che per tenere saldo il decoro della famiglia, in quel modo che solo era possibile, nel cuore della notte precedente le sposalizie avrebbero celatamente condotto a lui la donzella. Pregodeva il tiranno le vietate gioie e ne affrettava co’ suoi osceni desideri l’istante; ma doveva trovar morte dove aveva sperato diletto. Poiché il fratello della giovine sposa, essendo a questa del tutto simile nell’aspetto, di cuore ardito sopra l’età sua, erasi offerto di andare in abito femminile in luogo di lei al tiranno, e col favore della notte e dalla solitudine fargli pagare col sangue la sfrenata libidine.
Come giunse l’ora stabilita, fitte le tenebre della notte e tutta in silenzio la città, l’ardito giovane adorno delle mentite vesti, accompagnato dal trepidante suo genitore, ascende al palazzo del tiranno, che già stando sull’avviso accoglie con trasporto la supposta donzella. Non passarono molti istanti e la campana senatoria chiamava all’allarme i cittadini, che desti e ignari dell’accaduto accorrevano al luogo del richiamo, dove videro apparire il giovane Scottivoli col pugnale insanguinato, gridante Libertà! Libertà si ripetè per le vie già gremite di gente e chiare di mille luci e festose.”
In questa 'copione' abbiamo:
- un delitto
- un tiranno
- una giovane sposa (nobile del casato anconetano Scottivoli)
- il fratello della sposa
A far accendere la miccia è lo “ius primae noctis” ovvero il “diritto della prima notte”.
Tutto ha inizio quando un tiranno di Ancona (il cui nome si è perso con il passar dei secoli) salì al potere nel 1060 e ne approfittò per ripristinare lo ‘ius primae noctis’ che altro non era se non il diritto, da parte del tiranno, di trascorrere la prima notte in intimità con colei che si era appena sposata in città.
La cosa, ovviamente, non è che piacesse ai mariti né ai famigliari di quelle fanciulle che man mano convolavano a nozze. L’unico che ci 'guadagnava' era, insomma, il despota.
Un giorno però, qualcuno architettò un piano che oggi ci farebbe sorridere ma che mille anni fa funzionò, eccome!
Il fratello della neo sposa si vestì infatti da donna in maniera da passare per la sorella e, una volta passati i controlli e arrivato di fronte al dittatore, invece che spogliarsi, lo uccise.
Sembra che questo giovane, appartenente al casato Scottivoli (Francesco Lancellotti nel "Dizionario storico degli uomini illustri anconetani" cita un Scotioli, la Treccani riporta i cognomi Scotivoli e Scotivoglio. Tutti sembrano comunque venire dal medesimo ceppo che, magari, col passar del tempo è stato storpiato) sia riuscito, da come si legge, a passarla liscia... forse perché nessuno sopportava il prepotente.
Ovviamente, nei tempi successivi, non si hanno più notizie di ulteriori 'ius primae noctis'.
A questo punto, lascio che a raccontare ciò che accadde siano l’abate “Antonio Leoni Anconitano” nelle righe ritrovate nel suo libro “Ancona Illustrata” del 1832 e, quindi, il più approfondito Carisio Ciavarini nel suo “Sommario della storia di Ancona” pubblicato nella seconda metà dell’Ottocento.
Antonio Leoni
“Insorse fra noi un cittadino nell’anno 1060, che si fece tiranno d'Ancona, fortificandosi con truppe nel palazzo della Prima Magistratura, pretendendo perfino l'infame diritto di primizie e rifiutandosi di pagare il solito censo alla S. Sede. Lo scellerato tiranno, nel suo stesso voluto diritto alle primizie anco nei matrimonii trovò appunto il suo sepolcro. Un ardito signorino di casa Scottivoli in veste di donna, andò sul far della sera dal tiranno in luogo della sposa sorella e lo uccise: e così si fu libera Ancona da questo mostro…"
Carisio Ciavarini
“Accadde che una donzella degli Scottivoli (nobilissimo casato di Ancona) si apparecchiasse a nozze. Intesa la cosa, il tiranno rammentò la legge emanata e, ributtando ogni preghiera, volle che fosse osservata. I genitori della donzella fecero sembiante di acconsentire e composero con lui che per tenere saldo il decoro della famiglia, in quel modo che solo era possibile, nel cuore della notte precedente le sposalizie avrebbero celatamente condotto a lui la donzella. Pregodeva il tiranno le vietate gioie e ne affrettava co’ suoi osceni desideri l’istante; ma doveva trovar morte dove aveva sperato diletto. Poiché il fratello della giovine sposa, essendo a questa del tutto simile nell’aspetto, di cuore ardito sopra l’età sua, erasi offerto di andare in abito femminile in luogo di lei al tiranno, e col favore della notte e dalla solitudine fargli pagare col sangue la sfrenata libidine.
Come giunse l’ora stabilita, fitte le tenebre della notte e tutta in silenzio la città, l’ardito giovane adorno delle mentite vesti, accompagnato dal trepidante suo genitore, ascende al palazzo del tiranno, che già stando sull’avviso accoglie con trasporto la supposta donzella. Non passarono molti istanti e la campana senatoria chiamava all’allarme i cittadini, che desti e ignari dell’accaduto accorrevano al luogo del richiamo, dove videro apparire il giovane Scottivoli col pugnale insanguinato, gridante Libertà! Libertà si ripetè per le vie già gremite di gente e chiare di mille luci e festose.”